Primo volume della Collana “Ti racconto l’Italia”
Perché scrivere?
Una domanda che spesso mi sono posto… magari è un modo di lasciare una propria traccia sulla terra, un modo come un altro di dire “io sono esistito”… oppure… un modo come un altro di trasmettere emozioni, fatti, Storia!
Esploso in Volo è la Storia di un aereo che parte e NON arriva, un “aereo che non è più aereo”, passeggeri che smettono di rivestire il proprio “ruolo” e si trasformano in “vittime”… è una Storia di SIGNOR SI e depistaggi.
Esploso in Volo è la narrazione di una “Vergogna di Stato” (così intitolava qualcuno “un tempo”)… allora, magari, anche io nel mio piccolo ne posso parlare… perché Ustica (che non è Ustica), io, “l’ho persino mangiata”!
Il mio Amico Francesco, “correttore” appassionato di questo mio ultimo progetto, a primo acchito mi ha chiesto: Marco, mi togli una curiosità… ma qual è il tuo “target”? Con questo Racconto, a chi ti rivolgi?
Sinceramente spero di arrivare nel cuore e nelle menti di chi è più giovane di me, di chi magari di questa “brutta Storia” ne ha sentito soltanto parlare… ma poco importa, “sono caduti loro, mica io“… NO!
“Quel” DC-9, così come IH870, numero di Transponder 1136… siamo NOI ogni volta che voliamo… su “quel” DC-9 c’eravamo tutti noi, non soltanto loro… con la differenza che NOI oggi possiamo parlare, ergo… è arrivato il momento di parlare… basta silenzi!
Questa, così come tante altre Storie, insegnamole a scuola, raccontiamole ai giovani… raccontiamo l’Italia.
Il libro è disponibile su Amazon in formato eBook o “tradizionale” (cartaceo).
Capitolo I – Immaginazione
Iniziamo adesso ad immaginare… da Bologna devo giungere a Palermo, aeroporto “Guglielmo Marconi”, una bella sera d’estate… calda quella sera… immagina con me… l’aereo ha un’ora e mezza di ritardo, con chi prendersela?
Bello l’aereo, bianco ed argento, con la scritta Itavia di colore rosso; tutti gentilissimi quelli dell’Itavia, mi fanno accomodare al mio posto, allaccio le cinture… che bello, lato finestrino, potrò guardare il mare…
Il comandante che al microfono chiede scusa per il ritardo… speriamo sia bravo ‘sto Domenico Gatti qui, in fondo io un po’ l’aereo lo soffro… che non mi faccia ballare troppo magari…
20:08, si parte finalmente… guarda com’è piccola la Minarelli… le nuvole… il sole… sembra un altro mondo, è giorno qui.
Cavolo, mi ero addormentato! Cosa vuole ‘sto Gatti qui? L’ho capito, atterriamo a Palermo alle 21:13, a terra 22 gradi… era ora, dovevo essere con i miei già da due ore!
Eppure a Palermo non arriverò mai, nessuno spiegherà mai a me od ai miei parenti, ad i miei amici, alle persone che mi volevano bene, perché non sono arrivato… l’ultima cosa di cui ho memoria è l’isola di Ponza eppure per me c’è già pronto un altro nome: Ustica… io oggi sono Ustica, io sono la Strage di Ustica.