Se volessi riassumere in poche righe la mia figura professionale (magari in una lettera di presentazione), beh, le tre parole che potrebbero ecletticamente descrivermi sarebbero, senza ombra di dubbio: “Studio”, “Sperimentazione”, “Addestramento”. Da una passione sviluppata in tenera età ho concentrato le mie forze sullo studio della macchina termo-balistica a noi nota quale “arma da fuoco”, così come ogni singolo dettaglio in essa contenuta, componente e/o cinematismo… e come per un effetto “domino” derivante da un mondo così affascinante è scaturita in me la voglia di poter risolvere una semplicissima ed al tempo stesso complessa equazione:
ESPLOSIONE : CAUSA = MOTO : EFFETTO
La formula sembra abbastanza elementare eppure in più di vent’anni di studi continuo a meravigliarmi!
Ad essere sinceri anche il “destino” ha voluto lasciare la sua impronta… al mio primo arruolamento nell’Esercito Italiano ho avuto la “fortuna” di poter far parte del Nucleo Artificieri (al tempo BOE, successivamente EOD) della Compagnia Supporto alla Mobilità del 4° RGT Guastatori; ricordo la mia prima volta in poligono con la pinza “taglia e strozza” sul detonatore, le mani che mi tremavano per l’emozione ed il comandante che mi esortava a “non vibrare”.
Armi, Esplosivistica e Balistica sono tre settori inscindibili tra loro!
Quali e quante “esplosioni” si generano in camera di cartuccia all’atto dello sparo?
Non è una domanda che si pongono in molti, sostanzialmente il fragore prodotto dai gas all’uscita dalla volata è uno solo, eppure una detonazione (= migliaia di m/secondo; adatta causa esterna) dà vita alla deflagrazione (= centinaia di metri al secondo) della polvere di lancio…
Ed all’atto dello sparo quali forze interagiscono? Come decifrare i segni, le impronte di “classe” e di “singolarità” presenti sugli effetti di munizionamento (bossoli e proiettili)?
Perché?
Dare risposte a simili quesiti, questa è oggi la mia professione… almeno una branca di essa!